Maggio 2025

La fibromialgia

La fibromialgia è una patologia reumatica non infiammatoria caratterizzata da dolore cronico diffuso che colpisce oltre 2 milioni di persone in Italia. La fascia di popolazione più colpita è rappresentata da donne in età adulta. La comparsa della sintomatologia può essere graduale o esordire in modo improvviso dopo un evento scatenante, come un trauma fisico, un’infezione o uno stress psicologico. Le cause della patologia non sono ancora note ma si ipotizza che ci sia una concorrenza di fattori genetici ed ambientali, quali traumi psicofisici o infezioni. La teoria più accreditata è che alla base del dolore cronico vi sia la compromissione del modo in cui il cervello processa lo stimolo doloroso. Secondo gli studi, chi soffre di fibromialgia avrebbe una soglia del dolore più bassa. Il dolore manifestato dai pazienti sarebbe un fastidio costante di tipo muscolo-tendineo, che coinvolge diverse regioni corporee in modo simmetrico. È fondamentale sottolineare che la fibromialgia sia una condizione complessa connotata da un’interazione tra fattori fisici e psicologici. La patologia, infatti, si presenta con un pattern singolare di sintomi psicologici quali la tachicardia, gli acufeni, la dismenorrea, le alterazioni dell’equilibrio come sbandamenti e vertigini, i disturbi della sensibilità (formicolio e torpore), l’ansia, la depressione, i crampi e la rigidità generalizzata. I pazienti riferiscono che, talvolta, il dolore si localizzi in particolari punti del corpo e che poi possa spostarsi in distretti corporei differenti a seconda dei giorni. Dalle loro testimonianze sembra che il cambiamento sarebbe da implicare alle condizioni atmosferiche, allo stress ed ai ritmi del sonno. Subito dopo il dolore fisico, la maggior parte dei pazienti riferisce un quadro di astenia, ovvero un senso di stanchezza e debolezza. I sintomi neurocognitivi della fibromialgia comprendono, inoltre, difficoltà e calo della concentrazione, disturbi del consolidamento della memoria a breve termine, il rallentamento nei movimenti, la riduzione delle abilità linguistiche ed il sovraccarico cognitivo. I pazienti colpiti dalla patologia riferiscono spesso di avvertire una sorta di nebbia cognitiva. Per il trattamento della condizione, dunque, sarebbe opportuno considerare l’approccio multidisciplinare, che coinvolga medici, psicologi e terapisti.

 Dott.ssa Alessandra Bisanti Psicoterapeuta cognitivo comportamentale ad indirizzo neuropsicologico

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